Umidità di risalita scopri la rivoluzionaria soluzione definitiva che salverà la tua casa (senza demolizioni!) Habito Srl (1)

Che cos’è l’umidità di risalita?

L’umidità di risalita – anche detta umidità capillare – è una delle problematiche più comuni e subdole che possono colpire un edificio. Si tratta della risalita dell’acqua presente nel terreno lungo i pori e i capillari dei materiali da costruzione (mattoni, malta, pietra), proprio come l’acqua sale in un tubo di vetro per effetto capillare.

La causa è spesso la mancanza o la rottura di una barriera impermeabilizzante alla base delle murature. Con il tempo, i sali minerali disciolti nell’acqua si cristallizzano, spingendo l’intonaco verso l’esterno e causando efflorescenze, distacchi e degrado delle superfici.

Una minaccia antica: i cenni storici

Il problema dell’umidità di risalita non è nuovo. Già i Romani, nelle loro costruzioni, cercavano di combatterla con tecniche di drenaggio e sopraelevazione del piano di calpestio. In epoca medievale si faceva uso di pietre più compatte e malte di calce, più traspiranti rispetto al cemento moderno. Tuttavia, la comprensione scientifica del fenomeno si è sviluppata solo nell’Ottocento, quando vennero condotti i primi studi fisici sulla capillarità nei materiali porosi.

  • Intonaco a calce e malte traspiranti medievali: si vedono ringiovanimento e spessore che servivano a respingere l’umidità .
  • Trincea di drenaggio da una villa romana (Aquileia): evidenzia le canalizzazioni poste sotto il piano di calpestio

  • Diagramma capillarità nei materiali edili: illustra lo studio ottocentesco sul fenomeno e la dimensione dei pori .

Perché è un problema serio?

Oltre al degrado estetico, l’umidità di risalita comporta:

  • Perdita di isolamento termico

  • Incremento dei costi energetici

  • Ambiente insalubre (presenza di muffe e batteri)

  • Diminuzione del valore immobiliare

  • Compromissione strutturale in casi gravi

La scienza contro l’umidità: l’elettrosmosi

Una delle più efficaci soluzioni moderne all’umidità di risalita è l’elettrosmosi, un principio scientifico scoperto nel 1807 dal fisico russo Ferdinand Reuss. che osservò il movimento delle molecole d’acqua attraverso un materiale poroso sotto l’influsso di un campo elettrico. In altre parole, applicando un campo elettromagnetico, si può “spingere” l’acqua nella direzione desiderata. Durante i suoi esperimenti osservò che, applicando una corrente elettrica continua attraverso un materiale poroso saturo d’acqua, le molecole d’acqua si muovevano nella direzione del campo elettrico. Questo effetto prese il nome di elettrosmosi.

Come funziona l’elettrosmosi?

L’acqua presente nei muri è composta da molecole polarizzate. Applicando un campo elettrico o elettromagnetico, si può indurre un movimento delle molecole verso una determinata direzione. Nell’ambito dell’edilizia, questo movimento è sfruttato per spingere l’umidità verso il basso, lontano dalle pareti e di nuovo nel sottosuolo, interrompendo la risalita capillare.

I campi di applicazione dell’elettrosmosi

L’elettrosmosi è usata in numerosi ambiti:

  • Ingegneria ambientale: per la decontaminazione dei suoli

  • Industria farmaceutica: nei processi di separazione elettroforetica

  • Edilizia: per l’asciugatura delle murature umide

  • Laboratori scientifici: nei microsistemi di trasporto liquidi (lab-on-chip)

  • Ingegneria civile: per la deumidificazione dei muri

  • Chimica e biotecnologia: in laboratorio per microfluidica

  • Medicina: per la somministrazione controllata di farmaci attraverso la pelle

Casi di successo nell’edilizia

L’elettrosmosi è stata adottata con successo in numerosi edifici storici e vincolati in Italia e in Europa, dove interventi invasivi non sono ammessi. Musei, chiese, palazzi storici, ma anche abitazioni civili hanno beneficiato di questa tecnologia. Rispetto a interventi tradizionali (barriere chimiche, scavi, demolizioni), è più pulita, meno costosa e più duratura.

Alcuni esempi di casi di successo dove è stata applicata la tecnica dell’elettrosmosi:

🇮🇹 Italia

  • Chiesa di San Nicolò (Lazise, Lago di Garda) – deumidificazione a elettrosmosi estiva 2018 su umidità capillare e sali. 

    Chiesetta di San Nicolò - La chiesetta del porto vecchio di Lazise

      Chiesetta di San Nicolò – La chiesetta del porto vecchio di Lazise
  • Villa Cento Finestre (Filottrano, Ancona) – resid. aristocratica vincolata, impianto installato marzo 2002 per umidità e argille.

  • Chiesa Bevilacqua / Palazzo Bevilacqua (tra Ferrara e Bologna) – intervento luglio 2018, premi Unesco per restauro conservativo con elettrosmosi.

  • Villa Silvia (Cesena, FC) – consolidamento fondazioni maggio 2008 con elettrosmosi su villa settecentesca vincolata.

  • Chiesa Rocchetta di Guiglia (Rieti) – consolidamento fondazioni agosto 2020, integrazione micropali + elettrosmosi.

  • Basilica di San Petronio (Bologna) – elettrosmosi nelle cappelle (San Pietro Martire, Santissimo, San Rocco, cripta), primo intervento 2005, poi ampliato nel 2014‑17 .

basilica di San Petronio Bologna - elettrosmosi

basilica di San Petronio Bologna – elettrosmosi

  • Villino liberty a Vicenza (XIX sec.) – deumidificazione elettrica aprile 2021 su tracce esterne e interne. 

  • Ex-Polveriera di Vasto (edificio storico interrato) – luglio 2016, trattamento umidità da controterra con elettrosmosi.

  • Villa privata, provincia di Pavia (Gropello) – aprile 2023, murature umide con sali; impianto elettrosmosi dopo fallimento resine.

  • Villa privata a Pisa – febbraio 2023, elettrosmosi su forti problemi di umidità e muffe. 

  • Chiesa di Budrione (Carpi, MO) – centraline elettrofisiche (variante “senza fili”) installate marzo 2020 per salvaguardare affreschi dopo sisma Emilia.

🌍 Europa

  • Cappella Corpus Christi (Panská Street, Bratislava, Slovacchia) – elettrosmosi attiva nel 2010, metodo scelto per evitare opere invasive.
  • Reduta – Slovak Philharmonic Building (Palackého 100/2, Bratislava) – installati 6 circuiti elettrosmotici per salvaguardare il teatro storico.
  • Sagrada Familia, 
  • Parlamento dell’Andalusia,
  • Museo Fallero di Valencia
  • Moschea Gül (antica chiesa bizantina) (Istanbul, Turchia) – studio sperimentale MDPI su umidità da risalita con elettrosmosi, monitoraggio a lungo termine e prova accelerata.
Moschea Gül (antica chiesa bizantina) (Istanbul, Turchia) umidità di risalita

Moschea Gül (antica chiesa bizantina) (Istanbul, Turchia) umidità di risalita


✅ Vantaggi rispetto a metodi tradizionali

Caratteristica Elettrosmosi / elettrofisica Metodi tradizionali (barriere chimiche, scavi)
Invasività Minima o nulla (elettrodi, centraline) su murature senza scavi Scavi, demolizioni, iniezioni invasive
Preservazione Mantiene intatta l’originaria struttura, adatto a beni vincolati Spesso distruzione di intonaci / rivestimenti
Efficienza Agisce su umidità capillare e sali, risultati duraturi (oltre 10+ anni nel caso di San Petronio) Interventi ripetuti, risoluzioni parziali
Costi e pulito Basso consumo elettrico (≈1 kWh/anno), pulito e reversibile Costi elevati per escavazioni, smaltimenti, manodopera

La risposta concreta di Habito Srl: il dispositivo  HABITO INVERTER

Habito Srl propone un sistema di ultima generazione contro l’umidità di risalita: INVERTER, un dispositivo di elettrosmosi attiva senza fili, dotato di tecnologia brevettata SmartPolar®.

HABITO INVERTER dispositivo di elettrosmosi attiva senza fili, dotato di tecnologia brevettata SmartPolar®

HABITO INVERTER dispositivo di elettrosmosi attiva senza fili, dotato di tecnologia brevettata SmartPolar®

Come funziona HABITO INVERTER

Il dispositivo emette un segnale a bassissima frequenza che agisce sulle molecole d’acqua all’interno dei capillari murari. Questo segnale modifica la polarità dell’acqua, spingendola verso il basso. Così facendo, l’umidità che sale nel muro viene progressivamente e definitivamente bloccata.

I vantaggi del sistema HABITO INVERTER

  • Nessun lavoro invasivo: nessun buco nei muri, nessuno scavo, nessun disagio

  • Installazione rapida e pulita: l’apparecchio si monta in poche ore

  • Adattabilità a tutti i materiali: funziona su pietra, tufo, mattoni, cemento

  • Tecnologia multifrequenza SmartPolar®: si adatta dinamicamente al tipo di muratura

  • Zero manutenzione: non richiede interventi futuri

  • Risultati rapidi: asciugatura progressiva visibile già nelle prime settimane

  • Garanzie senza paragoni: “24 mesi asciutto o rimborsato” + garanzia a vita sul dispositivo

+ Ciclo Traspirante, diventa HABITO HYDRO H01: il complemento ideale

Una volta installato Inverter , Habito consiglia di applicare il CICLO TRASPIRANTE, un sistema a base di intonaco traspirante e anti-sali ideale per murature già degradate.

Caratteristiche del Ciclo Traspirante:

  • Rimuove le vecchie malte deteriorate

  • Risanamento immediato con nuovi materiali resistenti ai sali

  • Favorisce l’evaporazione dell’umidità residua

  • Accelera notevolmente la fase di asciugatura

Finitura dopo 15 giorni:

È già possibile pitturare con vernici supertraspiranti antisalino, per una resa estetica extrafine e duratura nel tempo.


Un pacchetto completo, una soluzione definitiva

Habito Srl propone un intervento completo, dalla diagnosi iniziale alla messa in opera del sistema, garantendo un risultato certo, duraturo e tecnologicamente avanzato.

Il servizio comprende:

  • Sopralluogo e diagnosi professionale

  • Installazione del dispositivo HABITO INVERTER

  • Applicazione del Ciclo Traspirante (su richiesta)

  • Monitoraggio nel tempo

  • Finanziamento personalizzato disponibile


Conclusione

L’umidità di risalita è un problema antico, ma oggi può essere risolto con strumenti moderni, sicuri e garantiti. Il dispositivo HABITO INVERTER unito al CICLO TRASPIRANTE rappresenta la risposta definitiva, efficace e rispettosa della muratura, sia moderna che storica.

Non aspettare che il problema peggiori: se hai pareti umide, staccamenti di intonaco e ambienti malsani, contatta Habito Srl. Ti offriamo la tecnologia più evoluta per dire addio all’umidità per sempre.

📞 Richiedi oggi stesso il tuo sopralluogo gratuito, manda un whatsapp al numero 371/444.61.22!

Comunità energetiche Veneto - CER

Il futuro dell’energia parte da casa tua… anzi, dal tuo tetto!

In un mondo in cui il costo dell’energia è sempre più instabile e il cambiamento climatico è una realtà che non possiamo più ignorare, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno diventando una concreta soluzione per tagliare le bollette, valorizzare gli immobili e contribuire attivamente alla transizione ecologica.

Nel caso dei condomini, questa opportunità è ancora più interessante: bastano una buona esposizione al sole, qualche metro di tetto libero e… un po’ di collaborazione tra vicini. E oggi, grazie agli incentivi pubblici disponibili in Veneto, in particolare quelli legati al PNRR, creare una CER è più facile (ed economico) che mai.

PNRR fotovoltaico in condominio

PNRR fotovoltaico in condominio


🔋 Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?

Le CER sono gruppi di cittadini, aziende, enti locali o associazioni che decidono di produrre, consumare e condividere energia rinnovabile, spesso tramite impianti fotovoltaici. Nel caso dei condomìni, significa installare pannelli solari e far sì che tutti i residenti possano beneficiare dell’energia prodotta.

Le regole sono semplici:

  • Gli impianti devono essere connessi alla stessa cabina primaria.

  • I membri della comunità possono essere sia produttori che consumatori (prosumer).

  • L’energia può essere utilizzata in tempo reale oppure immessa in rete con incentivi per l’autoconsumo condiviso.

Vantaggi principali per i condomìni:

  • Risparmio in bolletta: meno energia acquistata dalla rete.

  • Minore dipendenza energetica: maggiore stabilità e sicurezza.

  • Migliore qualità dell’aria: riduzione delle emissioni locali.

  • Valorizzazione dell’edificio: immobili più efficienti e più appetibili sul mercato.

CER  comunità energetiche rinnovabili

CER comunità energetiche rinnovabili


💶 Incentivi disponibili: cosa offre oggi il PNRR

Una delle più grandi occasioni per i condomìni arriva dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede contributi a fondo perduto fino al 40% per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili condivisi all’interno delle CER.

Chi può accedere:

  • Progetti realizzati in comuni con meno di 50.000 abitanti (un bacino molto ampio che copre gran parte del Veneto).

  • Impianti fino a 1 MW di potenza.

  • Tutti gli enti pubblici, cittadini, condomìni e PMI.

Quanto si ottiene:

  • Fino al 40% delle spese ammissibili.

  • Contributo massimo variabile in base alla taglia dell’impianto:

    • Fino a 20 kW: 1.500 €/kW

    • Da 20 a 200 kW: 1.200 €/kW

    • Da 200 a 600 kW: 1.100 €/kW

    • Da 600 a 1.000 kW: 1.050 €/kW

Scadenza:
Le domande possono essere presentate fino al 30 novembre 2025, ma i fondi sono limitati e assegnati in ordine cronologico. Prima si parte, meglio è!


🧾 Bonus alternativi: la detrazione fiscale del 50%

Se il tuo condominio non rientra nei parametri per accedere al contributo del PNRR, esiste comunque un’opzione interessante: la detrazione fiscale del 50% per la realizzazione di impianti fotovoltaici.

Questa misura rientra nel più ampio Bonus Ristrutturazioni e consente di detrarre fino a 96.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in 10 anni.

🚫 Attenzione: non è possibile sommare detrazione e contributo PNRR. Bisogna scegliere l’opzione più adatta in base alle caratteristiche del progetto e alle esigenze del condominio.


🏢 Come nasce una CER in condominio: le fasi principali

  1. Analisi di fattibilità: una valutazione tecnica (spazio, esposizione, struttura) e economica (rientro dell’investimento) dell’intervento.

  2. Assemblea condominiale: approvazione dell’intervento con le maggioranze previste (art. 1120 Codice Civile).

  3. Costituzione giuridica della CER: può essere un’associazione, cooperativa o altro soggetto giuridico.

  4. Progettazione e installazione dell’impianto e dei sistemi di misura.

  5. Registrazione e attivazione tramite il portale del GSE, che gestisce l’incentivo per l’autoconsumo condiviso.

 

Mai come oggi è stato così vantaggioso produrre energia pulita e condividerla con i propri vicini. Le CER offrono ai condomìni in Veneto un’occasione concreta per abbattere i costi, aumentare l’indipendenza energetica e fare qualcosa di buono per il pianeta.

Grazie agli incentivi del PNRR, in particolare per i comuni sotto i 50.000 abitanti, e alla detrazione del 50%, ogni condominio può trovare la formula giusta per entrare nel mondo dell’energia condivisa. Una scelta intelligente, conveniente… e ormai alla portata di tutti.

Se sei un amministratore di condominio o un residente interessato, non aspettare: il momento di agire è adesso. Inizia oggi il percorso verso una casa più efficiente, sostenibile e conveniente!

Unisciti al cambiamento di Habito Srl, scegli l’energia condivisa e sostenibile.
“Costruiamo assieme un mondo migliore”

📚 Fonti consultate:

energia zero

La Casa che Paga Te: Vivere Senza Bollette è Possibile (Ecco Come)

Case Senza Bollette? Immaginate di svegliarvi in una casa dove non arriva mai una bolletta. Nessun conto da pagare per il riscaldamento d’inverno, nessuna spesa per l’aria condizionata d’estate, e anzi, ogni mese vi arriva un piccolo bonifico perché la vostra abitazione produce più energia di quanta ne consumi. Sembra un sogno futuristico, eppure questa realtà esiste già oggi, grazie a progetti pionieristici come quello di Olivier Sidler, un ingegnere francese che nella campagna della Drôme ha costruito la casa del futuro: un’abitazione che non solo è autosufficiente dal punto di vista energetico, ma addirittura genera un profitto.

Olivier Sidler

Olivier Sidler

Il segreto di questa rivoluzione abitativa sta in un approccio completamente diverso al concetto di casa. Non si tratta di aggiungere tecnologie costose, ma di ripensare radicalmente il modo in cui costruiamo e viviamo gli spazi. La casa di Sidler dimostra che possiamo vivere in perfetto comfort termico senza dipendere dai combustibili fossili, semplicemente sfruttando meglio le risorse che già abbiamo a disposizione: il sole, l’aria, e persino il calore del nostro corpo.

Case senza bollette: La casa rivoluzionaria di Oliver Sidler

Case senza bollette: La casa rivoluzionaria di Oliver Sidler

Il miracolo dell’isolamento termico intelligente

Tutto inizia dalle fondamenta, anzi, dalle pareti. Mentre una casa tradizionale ha muri spessi 25-30 cm, questa abitazione rivoluzionaria sfoggia pareti di ben 50 cm, realizzate con materiali naturali come paglia di riso, fibra di cotone e canapa. Questi materiali, oltre ad essere ecologici, hanno una straordinaria capacità di regolazione termica: d’inverno trattengono il calore all’interno, d’estate mantengono gli ambienti freschi.

pareti isolate

pareti isolate

Ma l’isolamento non riguarda solo le pareti. Il pavimento, realizzato in cemento e posato su uno spesso strato di polistirene, impedisce alla temperatura del suolo di influenzare quella interna. Le finestre, con triplo vetro e telai superisolanti, sono posizionate strategicamente: quelle a sud catturano al massimo i raggi solari invernali, mentre le schermature esterne evitano il surriscaldamento estivo.

Riscaldamento gratuito: il corpo umano come stufa naturale

Qui arriva la parte più sorprendente: in questa casa non esiste un impianto di riscaldamento tradizionale. Come fa allora a mantenere una temperatura costante di 23°C tutto l’anno? La risposta è nel metabolismo umano. Ogni persona, semplicemente vivendo, emette circa 80 watt di calore – l’equivalente di una lampadina accesa continuamente. Moltiplicate questo per il numero di abitanti, aggiungete il calore prodotto dagli elettrodomestici, ed ecco che avete una fonte di riscaldamento gratuita e costante.

Naturalmente, questo sistema funziona solo grazie a un ingegnoso meccanismo di recupero del calore. Un sistema di ventilazione a doppio flusso cattura l’aria viziata prima che esca, ne estrae il calore e lo usa per riscaldare l’aria fresca in entrata. Sotto il pavimento, mattoni in terracotta assorbono il calore durante il giorno per rilasciarlo gradualmente di notte. Il risultato? Un comfort termico perfetto senza alcun consumo di energia.

Il tetto che produce ricchezza

Se l’efficienza energetica di questa casa è impressionante, ancora più sorprendente è il suo lato “produttivo”. Sul tetto, 45 metri quadrati di pannelli fotovoltaici generano il doppio dell’elettricità necessaria al fabbisogno domestico. L’eccesso viene immesso nella rete elettrica, generando un reddito annuo di circa 2.300 euro – abbastanza per coprire tutte le altre spese della famiglia.

Ma l’ingegno non si ferma qui. L’acqua calda sanitaria viene prodotta da boiler solari che si attivano solo nelle ore di massima insolazione. Un sistema di recupero cattura il calore dalle acque reflue (quelle della doccia o del lavandino) per preriscaldare l’acqua nuova. Il risultato è un ciclo quasi perfetto, dove ogni minima risorsa viene sfruttata al massimo.

Case senza bollette: Quanto costa questo miracolo tecnologico?

La domanda sorge spontanea: una casa del genere deve costare una fortuna? In realtà, l’investimento iniziale è solo del 10-15% superiore rispetto a un’abitazione tradizionale. Considerando che permette di azzerare le bollette energetiche per sempre, e che in molti casi genera addirittura un reddito, il ritorno dell’investimento avviene generalmente in 5-10 anni. Dopodiché, diventa puro guadagno.

Esempi nel mondo: non è l’unica. Passivhaus e Earthship

La casa di Sidler non è un esperimento isolato. In Germania, lo standard Passivhaus (casa passiva) è ormai una realtà consolidata. Nel quartiere Vauban di Friburgo, il 60% delle abitazioni è costruito con questi criteri, raggiungendo consumi energetici inferiori ai 15 kWh/m² all’anno (contro i 250 kWh di una casa normale).

passivhouse o casa passiva

passivhouse o casa passiva

Ancora più estreme sono le Earthship americane, case costruite con materiali di recupero come pneumatici e bottiglie di vetro, completamente autonome dal punto di vista idrico ed energetico.

Earthship americane

Earthship americane

Perché allora non siamo tutti così?

La tecnologia esiste, i costi sono accessibili, i vantaggi evidenti. Perché allora queste soluzioni non diventano la norma? La risposta sta in una combinazione di fattori: normative edilizie obsolete, resistenze culturali, mancanza di informazione. Ma soprattutto, nell’inerzia di un sistema che fatica a cambiare.

Eppure, i pionieri come Sidler dimostrano che un’altra via è possibile. Una via in cui la casa non è più un costo, ma un investimento; non un problema energetico, ma parte della soluzione. Forse, il futuro dell’abitare è già qui. Dobbiamo solo decidere di abbracciarlo.

Se questo articolo ti ha incuriosito, condividilo con chi ancora crede che vivere senza bollette sia impossibile. Noi di Habito Srl cerchiamo la migliore soluzione per te.

Il cambiamento inizia dalla consapevolezza. E chissà, magari la tua prossima casa potrebbe essere proprio una di queste!

arte che respira habito

Nel panorama dell’arte contemporanea, sta emergendo sempre più una corrente che unisce in modo sorprendente natura, scienza e creatività: le installazioni viventi. Si tratta di opere d’arte realizzate con elementi organici e biologici – come piante, muschi, funghi, licheni, o interi ecosistemi – che trasformano spazi urbani o museali in ambienti che respirano, mutano e vivono insieme allo spettatore.

Questa forma d’arte, che si muove tra Land Art, Bio Art e architettura vegetale, mette in discussione il concetto tradizionale di opera come oggetto statico e permanente. Al contrario, le installazioni viventi sono per natura temporanee, mutevoli e fragili – proprio come il nostro rapporto con l’ambiente.

🌍 Quando l’arte incontra l’ecologia: la nascita della Land Art

Negli anni ’60 e ’70, in pieno fermento controculturale, nasce la Land Art: un movimento artistico che si ribella agli spazi chiusi delle gallerie e musei per portare l’arte a contatto diretto con la terra.

Artisti come Robert Smithson (famoso per la sua Spiral Jetty sul Grande Lago Salato dello Utah), Nancy Holt, Richard Long e Walter De Maria iniziano a utilizzare materiali naturali come rocce, terra, sabbia o neve per realizzare opere monumentali nel paesaggio.

Installazioni viventi: Spiral Jetty sul Grande Lago Salato dello Utah

Installazioni viventi: Spiral Jetty sul Grande Lago Salato dello Utah

Con la sua installazione “New York Earth Room”, De Maria porta letteralmente la terra in città: un intero appartamento di SoHo riempito con oltre 200 metri cubi di terriccio. Una provocazione visiva e olfattiva che continua ancora oggi ad attirare visitatori curiosi.

New York Earth Room di Walter De Maria

Arte che respira

🧬 Bio Art: vita, scienza e provocazione

Contemporaneamente, negli anni ‘90 nasce un’altra corrente ancora più radicale: la Bio Art, che lavora con materiali biologici e processi biotecnologici. Le opere possono includere tessuti viventi, microrganismi, DNA o perfino cellule umane. È un’arte che solleva domande etiche profonde, esplorando il confine tra ciò che è naturale, artificiale, creato, modificato.

Uno dei collettivi più noti è SymbioticA, con sede in Australia: nei loro laboratori d’arte e biologia, hanno creato addirittura una “semi-vita” – come il Tissue Culture Ear, un orecchio umano coltivato in vitro su una scultura vivente. Una riflessione scioccante su identità, corpo e tecnologia.

Tissue Culture Ear

Tissue Culture Ear

🌿 Patrick Blanc: il poeta dei giardini verticali

Più accessibili ma non meno sorprendenti sono i lavori di Patrick Blanc, botanico e artista francese che ha rivoluzionato il concetto di verde urbano con i suoi spettacolari giardini verticali.

Blanc ha portato letteralmente la foresta nella città: pareti intere rivestite di piante vive, che migliorano la qualità dell’aria, abbassano la temperatura e trasformano grigie facciate in pareti vibranti e colorate. Tra le sue opere più celebri, ricordiamo:

  • Il Musée du Quai Branly a Parigi

  • Musée du Quai Branly

      Musée du Quai Branly
  • Il CaixaForum di Madrid

  • Il CaixaForum di Madrid

    Il CaixaForum di Madrid

  • Il One Central Park a Sydney, dove il verde copre oltre 50.000 mq di superfici verticali

  • One Central Park a Sydney

    One Central Park a Sydney

Queste installazioni vegetali non sono solo estetica: sono tecnologia, design e sostenibilità, capaci di creare microclimi e abbattere consumi energetici. In perfetta sintonia con la missione di aziende come Habito, che rendono l’ambiente domestico più sano e vivibile attraverso la ventilazione intelligente.

Patrick Blanc il guru dei giardini verticali

Patrick Blanc il guru dei giardini verticali

💡 Olafur Eliasson: emozione, luce e natura

Un altro protagonista dell’arte che respira è Olafur Eliasson, artista danese-islandese celebre per le sue installazioni immersive che fondono scienza, percezione e natura.

Le sue opere non si limitano a mostrare la natura: la ricreano. Tra le più famose:

  • “The Weather Project” (Tate Modern, 2003): un enorme sole artificiale dentro un museo, con nebbia e specchi, per riflettere sul cambiamento climatico e sulla nostra dipendenza dalla luce

  • The Weather Projec - Olafur Eliasson

    The Weather Projec – Olafur Eliasson

  • “Your Rainbow Panorama” (ARoS Aarhus Kunstmuseum): una passerella circolare in vetro colorato che regala una vista mozzafiato sulla città, filtrata nei colori dell’arcobaleno

  • "Your Rainbow Panorama" di Olafur Eliasson

    “Your Rainbow Panorama” di Olafur Eliasson

  • “Waterfall” (Versailles, 2016): una cascata artificiale alta 40 metri nei giardini reali, che mescola tecnologia moderna e romanticismo naturale

  • Waterfall

    Waterfall

🌱 Arte sensoriale: toccare, annusare, ascoltare

A differenza dell’arte “classica”, le installazioni viventi coinvolgono tutti i sensi. Il muschio emana profumo, le foglie frusciano al vento, l’umidità si sente sulla pelle. È un’esperienza multisensoriale, immersiva, spesso meditativa. In molti casi, l’opera richiede cura e manutenzione: va annaffiata, potata, seguita nel suo ciclo vitale.

Questa interattività genera un nuovo tipo di relazione: non si è più solo spettatori, ma co-autori dell’opera, custodi temporanei di un microcosmo vivente.

🧠 Una curiosità storica: l’antenato delle installazioni viventi

Se pensiamo che queste idee siano solo contemporanee, ci sbagliamo. Già nel Rinascimento italiano, i giardini rinascimentali erano concepiti come opere d’arte totali: giochi d’acqua, sculture, piante rare, prospettive teatrali. Si trattava di una sintesi tra natura addomesticata, architettura e bellezza.

Un esempio? Il Giardino dei Mostri di Bomarzo, nel Lazio: un parco fantastico realizzato nel ‘500, con statue scolpite nella roccia e vegetazione che negli anni ha preso il sopravvento, creando un’opera viva che cambia col tempo.

Il Giardino dei Mostri di Bomarzo

Il Giardino dei Mostri di Bomarzo

🔄 Arte in dialogo con l’ambiente (e con noi stessi)

In un’epoca in cui il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti, l’arte che respira assume una nuova responsabilità: ci connette emotivamente con l’ambiente, ci fa toccare con mano la fragilità del mondo vivente. Non è una predica ecologista, ma un’esperienza.

Per questo, aziende che lavorano per migliorare il benessere abitativo, come Habito, sono parte della stessa rivoluzione. Perché se l’arte può farci respirare, la tecnologia intelligente può farlo davvero — ogni giorno, in ogni casa.